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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

piccolezza

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Piccolezza ha per lo più un'accezione negativa, come limitato, banale, angusto, addirittura gretto, meschino e idiota. Non è sorprendente? Pensare che una ricerca ha dimostrato che i cuccioli hanno un'innata tendenza a mostrarsi con tenerezza per invogliare a che li si accudisca, pura sopravvivenza! Anni fa, quando ho avuto la macchina nuova (era la prima volta) mi pesava dover ammettere il mio feticismo per lei, come il lavarla spesso. A parte che a Milano puoi non stupirti di trovare una sorpresa sulla carrozzeria quotidianamente, un giorno, mentre stavo per raggiungerla ho visto un bimbo, per mano a un'adulta, che si guardava stupito nella mia auto: le forme bombate e la lucidità davano un effetto tipo specchio deformante e il piccolo era sorpreso, rallentando, con la donna che lo tirava nervosa. Da allora ho la scusa per lavare l'auto e mi è capitato ancora di scorgere piccoli a giocare fugacemente con la loro immagine strana sulla mia macchina :D Insomma, vole
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Sto seduto qui, su una panchina duramente liscia, i capelli troppo corti perché il vento mi ci carezzi la fronte. Le mani in tasca, solita pigrizia, meglio non scoprire di aver perso un guanto. Se batto i piedi non è per il freddo, ma tanto per ricordarmi che sono vivo, che sotto le suole c'è terra sicura, ancorante. Per la sciarpa è presto, per fortuna. La strada è inutile, perché non aspetto nessuno. Non so nemmeno cosa ci faccia qui, gli amici andati via, bicchieri vuoti, tutti che scappano da qualche parte prima del buio. Non è come nelle canzoni, e poi dai, ci si può davvero burlare sperando nel sentimento dei sentimenti?  Vorrei certe parole da leggere, ma non arrivano. Che parlino di orchidee, di serpenti e di pomate con disegnati sopra orsetti lavatori, di olive da spremere, di piante da accudire, di tradimenti da seppellire, di fragilità che diventa forza, di campagna e ladri, gatti, tanti gatti, soprattutto loro. Ogni volta che si cade si nuota in follia crista

atti malinconici in luogo pubblico

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Un blog è un po' un luogo pubblico. Per quanto nascosto, sento di dover aggiungere qualcosa ai post precedenti tuffati nell'angoscia. Che non scompare, ma è una delle conviventi ormai abituali.  Rispetto a questo agosto ("nulla di magico"), al crollo di giorni fa ("ma cosa mi credevo"), il rimedio a non abdicare completamente è la mia rete sociale: il mio sangue, i miei amici, come quando ho fermato questi tre bicchieri di vino, un pomeriggio di questa primavera. Quando arriva settembre, ricompare l'amicizia, la vicinanza di madre, sorelle, fratello, vitali nipotini... E anche i "senza dimora" sembrano riprendersi, mentre la città torna a correre impallando la sofferenza. Così, pur se il malessere mi rimbalza in continui ritorni d'immagine, come il custode di casa mia che mi osserva attonito, come se mi mancasse un velo di colore per poter vincere qualche premio ad Halloween, c'è stato chi ha camminato con me dopo l'ultimo cr