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Visualizzazione dei post da agosto, 2013

Quando è ora di fermarsi

Stavo accarezzando l'ennesima illusione, ma oltre a sentirmi troppo nel cronico del sogno senza realizzazione (ed anche maledettamente presto), mi rendo conto che è come se non fossi più lo stesso di prima. Mi hanno detto che ho il cuore malato. Be', un po' me lo aspettavo, intuivo di averlo lanciato in aria troppe volte. A costo del ridicolo, penso che la psicosomatica sia uno sguardo acutissimo sui mali di vivere. Per quanto mi piaccia scrivere, ne sento sempre meno motivo. Ora poi che mi scopro continuamente a percepire se non mi batta troppo forte, mi distraggo e non sento il benché minimo entusiasmo. Pazienza. Insomma, il momento non è dei migliori. Ma pazienza, appunto. Termino di usare anche questo di blog, tanto, non se ne avrà male nessuno. Comunque grazie a chi passa. Buona fortuna

I resti dei sogni

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Non han funerali, i cadaveri dei sogni. Scorgendo i tumuli gli occhi pregano, a modo loro. Il petto avvampa, ma non è passione, non più. Vive solo follia, pallida, a vene vuote; decomposte illusioni, cuori nel gelo. I resti dei sogni, feti spenti, da pentirsi di aver sognato.  Queste parole in corsivo erano la mia presentazione altrove. Le avevo accantonate e le ho messe qui per giustificarmi. La breccia si è richiusa, l'assedio cessato, sfinimento, sconfitta. Quel paradosso di guerra e amore come campi uguali di lotta...Io depongo le armi. Non sono uno che si sollazza con delle cavie. Sono invece uno che pensa che il sentimento più potente è anche il più devastante e il blog è proprio imperniato su questo dilaniarsi. Quando un innamorato intaglia un cuore su un albero lo ferisce, ne scortica la pelle, cioè la corteccia. Però... Però avrei voluto dire parole piccolissime. Anche solo un puntino nero. Che nessuno vede, che non ferma per niente i discorsi. Così fragil

La truffa dell'amore

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                                Nel buio non si può sperare di incontrare chissà chi, chissà che cosa. Eppure... Eppure è bello poterlo credere.  C'è una miopia della ragione dolcissima, che rende indifesi, da non volere altro che proteggere senza avere uno straccio di corazza. E questo forse non fa bene, perché un muro di fuoco salva. Ti fotti se invece quel fuoco lo lanci addosso a qualcuno. Anche se non sono un musicista, posso perdermi per una voce che sa di miele. Solo che la voce non è il cuore. E poi nascono tante belle immagini, paroline, metafore. Ma un romanzo di Kundera resta un'invenzione. Come ogni volta, una splendida illusione in cui incantarsi, ma anche aggrovigliarsi senza nemmeno aver preventivato che potesse essere tutto un no. Come una festa, dopo la quale tolgono le luminarie e una routine grigissima ricompare in tutto il suo cupo colore. Infatti trovo così pietoso stravolgere questi post. Potrei immaginare che a furia di lasciarli, questa via