I resti dei sogni

Non han funerali, i cadaveri dei sogni. Scorgendo i tumuli gli occhi pregano, a modo loro. Il petto avvampa, ma non è passione, non più. Vive solo follia, pallida, a vene vuote; decomposte illusioni, cuori nel gelo. I resti dei sogni, feti spenti, da pentirsi di aver sognato. 

Queste parole in corsivo erano la mia presentazione altrove. Le avevo accantonate e le ho messe qui per giustificarmi. La breccia si è richiusa, l'assedio cessato, sfinimento, sconfitta. Quel paradosso di guerra e amore come campi uguali di lotta...Io depongo le armi. Non sono uno che si sollazza con delle cavie. Sono invece uno che pensa che il sentimento più potente è anche il più devastante e il blog è proprio imperniato su questo dilaniarsi. Quando un innamorato intaglia un cuore su un albero lo ferisce, ne scortica la pelle, cioè la corteccia. Però...
Però avrei voluto dire parole piccolissime. Anche solo un puntino nero. Che nessuno vede, che non ferma per niente i discorsi. Così fragili, così sottili. Ho intravisto una foglia che resisteva al vento, ora non c'è più motivo di fissare lo sguardo. Non sono zampette feline, è puro silenzio.
Alla fine, ha vinto la paura. Vorrei dire, non la mia, ma m'importa assai a questo punto. Io almeno credo di sapere cosa significhi volersi bene; magari è non volersi male. Sicuramente, è stanchezza, di voler affidare ad un gioco gioia e dolore.
Mi rimanesse almeno un sogno. Uno solo. Svaniscono, come vapore, come sempre. Desideravo un po' di speranza, ancora. Da arrivare a dire: "Per adesso non chiedermi di salire in bici e andare via, non ne ho affatto desiderio. E scusami se ti ho scritto, qui, così. Solo, avevo una voglia insopprimibile di sentirmi le tue pupille così inermi addosso, in qualche modo...". Il tu però ormai ha perso i contorni, per rimanere generico, anonimo. Inesistente.

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