Post

Visualizzazione dei post da giugno, 2015

Mici d'oggi

Immagine
Sento quasi di scusarmi perché ultimamente sto un po' così e non vorrei che qualcuno si preoccupasse troppo. Quando qualcuno si preoccupa per te, che sia il tuo amore, il tuo sangue, un'amicizia o dal lavoro, è bello. Nello studio delle reti sociali, a volte è un po' gelida la visione d'insieme, eppure, si tratta sempre di dati, pretesa di scientificità. Ma i paracadute sociali che abbiamo hanno un colore caloroso, un calore colorato. Di cui magari la network analysis tralascia, chissà, sarà una frustrazione delle scienze umane, rincorrere le cosiddette "esatte". Ah, ma io volevo parlare di gatti. Purtroppo, non ci vivo assieme, caso mai però a qualcuno impipasse, devo dire che Alba ha avuto ben due rimpiazzi. Non poteva essere altrimenti, lei era eccezionale.  Ora ci sono Bianca e Tobia. Francamente resto sempre un po' interdetto sulle scelte dei nomi degli animali, avendo però visto certi Rom chiamare i figli "Ferrari", "Porsche"

evaporato in una nuvola

Immagine
A casa, il pensiero torna su una frase. "Oggi hai dato il peggio di te". Per fortuna, non sei il mio capo, oggi al mio capo gli ho detto educatamente di attaccarsi. Per sorte, saresti un amico e perdonami se uso il condizionale. ma come sono vittimista... e che sarà mai... Eppure in qualche modo ero più ubriaco di voi. Ma guidavo e sono stufo di dirci che c'è troppo alcool, che è troppo facile e devastante usarlo.  Mi viene in mente quando una volta scrissi a qualcuno: voi Faber lo celebrate, io LO VIVO. ora non è il caso di darsi dell'isolato per colpa di alcuni altri... Certo, preferisco intombarmi qui che dovermi sentire allegro grazie a birre, superalcolici, vino, così stupidamente brillo da poter finalmente usare la parola "fratello". Ma è una condanna tagliare con la lingua? Mi chiedi di Alex Langer, che ne so, io lo ammetto, ho paura, è terribile finire così. Inascoltati, come inutili. E guarda che mi tocca scriverti per farmi capire. Da te
Non so quanto scrivere qui possa servirmi, farmi in qualche modo bene. Probabilmente poco, pochissimo. Caso mai interessasse a qualcuno, mi sento al nono inning, come direbbe Charlie Brown. Ogni volta che rasento questo senso di stanchezza mentale, mi amareggio nello scoprire che tornano, questi momenti non fanno altro che tornare. Immagino che sia uno sconforto così desolante a farsi trovare a un passo da qualche grande cazzata. Che io però riesco ad evitare, sarà che ho qualche "trovata" che mi viene dall'esperienza nel sociale, sarà che mi conosco, sarà che per quanto scivolosi abbranco degli appigli che mi fanno andare avanti. In qualche modo, a qualsiasi costo, anche se mi sento dentro solo sabbia bruciata. Tra pochi giorni compio 45 anni, un bilancio è inevitabile. Rasenta il fallimento, ma sono ancora vivo. In una città che è cambiata, male, che soffre, in cui il senso delle cose sfugge sempre di più. Da una parte i turisti (pochi) della iattura dell'Expo,