An Angry Boy (2024)

Guardando "An Angry Boy" lo sentivo come una sorta di risposta impropria a "A Serbian film". I significati sono certo diversi, ma l'ambientazione nel cuore della storia americana, il Massachusetts, sembra indicare di nuovo un'identità ferita, eppure con una possibile soluzione: semplicemente, la vendetta. E se si rischia di non farcela, ecco venire in soccorso gli affetti, come le amicizie, le madri, in tutta la delicata solidarietà alle vittime di violenza atroce.
E da Boston viene Andrew Fitzgerald, premiato filmaker e Youtuber: suo è il canale "Scary Mysteries", che tratta di crimini pazzeschi da tutto il mondo. D'altronde, il suo podcast è nella stessa linea, non per nulla intitolato "Every town has a dark side". 
"An Angry Boy" nasce da un crowdfunding e inorridisco a leggere recensioni sprezzanti, da anime belle, che liquidano il film in quanto a basso costo, con un cast anonimo e pure senza trama. Invece, per un tema così delicato trovo che sia ideale raccontare come in punta di piedi, il che rende il racconto catartico per le vittime. E senza moralismi di condanna per il desiderio di vendicarsi, di fermare gli stupratori, di colpire davvero i pedofili, tanto da assolvere chi ha questo coraggio, proprio come fa un padre Barry nel "Piovono Pietre" di Ken Loach.
"An Angry Boy" è un thriller psicologico, ma viene anche messo tra gli horror per la sua atmosfera tremendamente dark. In effetti, anche se mostri e boia alla Myers, Voorhees, Krueger e Jeepers Creepers rappresentano il male, loro non saranno mai inquietanti come i membri del culto usato a pretesto, nel film, per il vero orrore, quello di violare la sacralità dei bimbi.
E così anche i poliziotti diventano dei padri Barry, e la figura del "migliore amico" si mostra davvero tale, così come non conta il colore della pelle se si è contro il male.
Non voglio anticipare altro ma non potevo evitarlo nel discorso, perché "An Angry Boy" tiene incollati allo schermo, colpisce al cuore e allo stomaco, con quel suo flou voluto, uno sbiadire che sa di recupero della memoria e, perché no, della giustizia umana. Insomma, un film tutto da vedere.

Commenti