seppellire il cuore

Mi è venuta in mente questa frase. 
Sapevo che rivederla mi avrebbe straziato l'anima e seppellire il cuore è sempre tremendo. Non mi aspettavo nulla, troppe, troppe differenze, ma la doccia gelata di capire che niente sarebbe potuto succedere, per quanto fosse terribilmente prevedibile, mi ha distrutto. 
Mi rivedo a inondarla di parole. Inutilmente. 
Mentre va via mi asciugo i pensieri, tolgo la mascherina "d'ordinanza", che indica la nostra distanza, non ci baciamo, non stiamo insieme - e incrocio lo sguardo di due fidanzatini. Sembrano quelli di "les enfants qui s'aiment" e mi guardano, come con pietà. Mi sento inerme, scrutato nel mio tormento.
Mi ritrovo con la realtà, un lavoro per sopravvivere, senza entusiasmo, senza la possibilità di cambiare le cose di un micron. Una città sporca, anoressica. Il tempo che attendo scorra solo per il prossimo stipendio, nella speranza di ripianare qualche conto, ma non ce la faccio, proprio non ce la faccio... Eppure tutto questo non conterebbe niente, se solo non dovessi seppellire il cuore. Non mi dico che sarà per sempre, lo so e basta. Tanto, non avrei nemmeno potuto scialacquare, la magra consolazione della povertà, per cui no, non avrei potuto offrirle qualcosa in modo galante, che so, un cinemino, un ristorantino... Scuse. Alibi.
Ma pazienza, il tempo scivola via, come i capelli. Conto quanto occorra per assomigliare a papà nei suoi ultimi anni, la stessa stempiatura, la medesima perdita di ogni serenità.


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