When Animals Dream

When Animals Dream è un film... spettacolare. Horror che non solo sposa il lato psicologico ma quello esistenziale. Sulla costa occidentale della Danimarca il tempo sembra fermo, come in Islanda. Tutto gira intorno al pesce, anzi, al mare. Il mondo di Google e Amazon non arriva qui e così la protagonista finisce a lavorare nella "big company" del posto, grossista di pesce.
Il film è semplice, quanto drammatico e poetico. Se si ama, non importa che il cuore batta per un mostro, anche se è pronta a sterminare chiunque. Tranne l'amato, che teme di diventare vittima, ma non di amare.
In qualche modo però la mostruosità è un afflato di libertà, in un piccolo mondo antiquato, perso nella predestinazione tutta luterana per cui se si è dannati, non si può cambiare il proprio destino. Invece il sogno istintivo, amoroso, è una rivolta doverosa, se si hanno 16 anni e tutta la bellezza di voler vivere.
L'affetto è anche quello per chi ha lo stesso sangue e la stessa mostruosità. Così fuori posto in un luogo dove lavorare è un rimedio alla noia.
La fotografia è delicata quanto inquietante, con cieli enormi, come solo dove le case sono al massimo ad un piano, di legno, e davanti c'è un mare incredibile, lugubre, gelido. Ma solo lì, nel nulla, ci si può rifugiare da un'esistenza terribilmente senza scampo.
Il finale mostra tutta la tragica, utopica bellezza del sentimento più grande.

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