Sennentuntschi

Attribuire qualità malefiche a chi non lo sia è un terribile errore. Ed orrore. Sennentuntschi è un film visionario (ma solo in apparenza) che mostra bene il terribile sbaglio di creare un mostro perché il villaggio ne ha bisogno come capro espiatorio. La rudezza di montanari svizzeri - perché sì, è una produzione elvetica - di preti malefici e della superstizione proiettano così il male in una ragazza, che è invece l'unica a riceverlo da tutti quelli che incontra. 
Sennentuntschi significa "bambola del diavolo" e riprende un'antica leggenda delle Alpi svizzere, dove grazie all'assenzio un fantoccio diventa una donna, soddisfa chi l'ha evocata per poi ucciderlo. Ma il distillato dell'artemisia non è più allucinante di quello a cui possa condurre un'estrema superstizione. Un crocifisso può fare paura se chi lo indossa o lo brandisce sa usare solo violenza e accusa una ragazza, una vittima di quasi tutti quelli e quelle che si trova di fronte, di essere appunto la bambola del demonio. 
Il film è un piccolo capolavoro ben amalgamato, girato e montato ed ha una fotografia fiabesca, con delle montagne tante incantate quanto feroci e mostra la bravura di un regista che non ha avuto maestri. Anche la colonna sonora, come molti elementi del film, è grottesca, con rimandi ai film di bassa lega ma Sennentuntschi non lo è per nulla. Michael Steiner gioca con diversi registri in modo impeccabile, persino col grandguignolesco. Se dei film hanno fatto capolino dalla Svizzera (tedesca) è proprio perché li ha diretti questo zurighese capace di giostrarsi fra generi disparati tra i quali, finora, l'inchiesta politica, l'horror, il fantastico e la commedia.
Impeccabile la scelta di attori per personaggi pittoreschi, come un poliziotto umano ed amorevole, uno strano svizzero francese in fuga e tutti i montanari e le montanare intorno, che sono sapientemente sbiaditi rispetto al ruolo della protagonista, una strepitosa Roxane Mesquida che infatti di cinema ne ha fatto eccome.
Una coincidenza che accomuna Steiner e Mesquida è che poco dopo l'uscita di Sennentuntschi non hanno continuato a lungo nel cinema, salvo campare col refugium peccatorum della televisione. Chissà però che entrambi non ricompaiano in futuro nel cinema, a salvarci da tante produzioni dozzinali - e noiose - ma che vanno per la maggiore per ammansire un pubblico da far precipitare nella demenza.

Commenti