Bringing Out the Dead

Dimenticavo di citare uno dei film che più adoro. Scorsese dipinge una realtà cinica della metropoli e Cage vi vola stupendamente. Se si facessero dei laboratori contro il burn-out (eh, utopia, almeno da noi...) mi piacerebbe che vi proiettasero "Al di là della vita", titolo italiano scelto, come spesso, con una funzione un po' più rassicurante.
In un pezzo di New York, Cage non riesce a salvare una donna e da lì sarà combattuto dai rimorsi, che deve fronteggiare insieme al compagno di ambulanza che cambia continuamente. Tratto dall'omonimo romanzo di Joe Connelly, le critiche non sono mancate ma penso che sia sempre più facile demolire che dire qualcosa di buono.
Scorsese mostra il delirio di una città dilaniata da tanti problemi, come l'arrivo di una nuova droga (il crack), con l'avvertenza iniziale che l'ambientazione è situata all'inizio degli anni '90, mentre alla fine del decennio la svolta poliziesca di Giuliani aveva reso un ricordo le migliaia di omicidi nella metropoli. Non è facile fare il paramedico in un contesto simile e forse chi critica avrebbe preferito un finale drammatico, più realistico magari, ma perché? Cage, aiutato dalla partner, la tenerissima Patricia Arquette, a sua volta compie delle scelte coraggiose.
A volte, quando nel mio lavor(ett)o sociale mi sento messo con le spalle al muro, mi sembra di camminare come Cage nel parcheggio delle ambulanze mentre un suo collega ne sfascia una con una mazza da baseball.
Poi possono scrivere tutte le cavolate che vogliono, per me "Bringing Out the Dead" resta un capolavoro.

Commenti