un posto nuovo

Da un paio di mesi ho una nuova casa. Quasi rischio di sottovalutarne la preziosità, ma lavorando con persone che vivono per strada, me ne rendo conto ogni volta che incrocio un "barbone".
Potrei soprassedere sul fatto che mi sia imbarcato in un mutuo che, ne sono certo, mi sopravviverà e infatti, che m'importa?
Quando sono entrato, la casa sembrava essere stata come stuprata. I precedenti inquilini e la venditrice (una donna mefitica) l'hanno tenuta malissimo e la proprietaria si è portata via di tutto, in fretta e furia, aumentando i danni (soprattutto al pavimento) rispetto a come l'avevo vista arredata. Così ad agosto ho speso tempo e denaro a imbiancare, pulire, smaltare, sostituire e riparare di tutto, da tubi di scarico a prese elettriche. Non c'era cosa che, una volta smontata, non rivelasse di essere guasta e di bassa qualità, come un paio di porte montate male che non si chiudevano e uno sporco generale da rabbrividire. Ora invece questo mio piccolo nido mi appare accogliente, ho come coccolato le sue parti, i muri, il balcone, i soffitti, i tubi, i mobili, aggiunto prese e apparecchi elettrici, ho portato le mie poche, povere cose, una sedia, un paio di sgabelli e finalmente so che la mia adorata statua di Buddha potrà rimanervi finché ci sarò. Ho preso confidenza con la natura intorno, visto che confina con un parco popolato di rane, lucciole, pipistrelli, grilli e gatti randagi. E tutto questo mi cura.

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