il profumo di casa

Sere fa un ospite in dormitorio mi spiegava la bellezza del profumo di casa. Si riferiva ai ricordi dei colloqui in carcere, in cui la biancheria viene portata dalle donne, quasi sempre donne sì, ai detenuti. Stupidamente, ho pensato che l'uomo si riferisse all'odore dell'ammorbidente. No, lui mi ha fatto capire che si tratta di qualcosa che va oltre il sensoriale.
Il pensiero che sta dietro quelle buste che passano da chi è libero a chi non lo è, la cura profusa nel dedicarsi a una persona amata. Il profumo di casa viene da una situazione ideale, pacifica, senza sbarre, che porta nel suo opposto un po' di fragranza affettuosa. Per quanto un ristretto possa tentare di fare un bucato ottimale, questo non avrà mai un'essenza piacevole.
Ho ritrovato così un discorso che avevo incontrato nella mia tesi di laurea. La socializzazione di genere fa sì che ancora oggi le donne siano tenute lontane dal delinquere e vicine alla cura. Anche di chi ha sbagliato, ma che non per questo viene dimenticato.
Chi soffre ha sempre da insegnare qualcosa. Se non altro, le piccole fortune difficili da riconoscere, ma vitali. Come questo mio armadio in foto, arruffato, da scapolaccio, ma profumato. Di casa.

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