Il fascino della resa

Ogni tanto si affaccia la voglia di lasciar perdere tutto. Arrendersi ha una sua sensualità, molle e morbida, per quanto sia vile. Ma si deve sempre combattere? E perché, per andare incontro alle immancabili delusioni?
Lasciarsi andare a volte è più forte di altri sentimenti. Non è l'adagiarsi per rilassamento, come fare un bel bagno caldo, con intorno candele, vino bianco e tabacco. Ma è molto necessario. Volevo scrivere di mio padre, poi mi sono reso conto che probabilmente avrei celato nel dolore per la sua mancanza la sofferenza che invece provo di mio, per il mio modo di vivere, per tutti i sogni che mi sono ritrovato a dover seppellire.
E' un periodo in cui in tanti si sta male perché le condizioni materiali sono sfavorevoli e la classe dirigente sembra arroccata nello statu quo, con i continui flop degli ennesimi capipopolo che si rivelano essere solo dei ciarlatani. Credo però ci sia altro. Nel mio caso, non essere diventato padre a mia volta, non svolgere la professione per cui ho studiato, che ho sognato dal liceo e che forse mi riusciva anche benino, ma soprattutto non amare, sono dei fallimenti. Potrei sorvolare e già la vita vi contribuisce fortunosamente, bussando con le sue scadenze. Però non ci sto bene. A volte vorrei spegnermi silenziosamente. 
In questi momenti non mi sovvengono in aiuto il pensare a chi ha il mio sangue, gli sproni degli amici, l'idea che possa trattarsi solo di un "momento no". Ritrovo lo specchio del mio non riuscire, una Cassandra ineluttabile che sembra suggerire di continuo: "Hai visto? Era come dicevo io". Sono forse pensieri folli. Eppure vi sono immerso fino ai capelli - e ci affogo. Un caro amico mi diceva l'altro giorno che non lo spaventa l'idea di diventare pazzo. Neanche a me, ne convengo, ma mi spiacerebbe essere anche un peso. 
E dire che vorrei sentirmi così leggero. Come un mucchietto di cenere spazzato da una folata repentina. In fondo, anche Cristo, nell'economia di quel racconto, ha pronunciato le parole: "Passi da me questo calice". Il sangue non me lo fanno donare più, uso troppi palliativi per farmi apparire l'esistere meno amaro. In passato, pensavo che un motivo per andare avanti fosse la curiosità, tanto per vedere come sarebbe andata a finire. Mi rendo conto che è un po' poco. In fondo, è bello sapere di non essere eterni....

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