Vow of Silence: The Assassination of Annie Mae

Questo documentario a prima vista viene presentato come una di quelle ricostruzioni di delitti seriali, se non fosse che la vittima sarebbe una sola: Annie Mae Aquash, nativa americana, giustiziata nel 1975. Invece, nel primo episodio si scopre che decenni fa furono tanti i nativi uccisi, senza uno straccio d'indagine, né perfino l'identificazione delle vittime. Questa strage veniva perpetrata dal più grande serial killer della storia americana: l'establishment.
Così, attraverso la storia di Annie Mae si ripercorre il tentativo di seppellire l'identità degli Indiani d'America. E quando dai ghetti delle riserve, vengono portati nelle città, l'obiettivo non è solo di edulcorare popoli che l'America l'hanno posseduta per millenni, ma di cacciarli dalle terre che gli erano stato sbolognate come improduttiva, le quali però, si scopre, contengono il 60% delle risorse minerarie del paese, tra cui soprattutto uranio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   Il documentario è raggelante, nel mostrare una spietata crudeltà del governo americano  e Annie Mae, donna coraggiosa, forte, che non ha paura nemmeno di fare a botte coi terroni di lì, i redneck, viene individuata come una delle anime del movimento AIM, con la caratteristica di essere, rispetto ai leader, una donna.
Della serie sono usciti tre episodi, nella prima stagione, e altri verranno nella successiva. Non c'è molto da aggiungere sul lavoro del Collettivo Onyx, perché "Vow of Silence: The Assassination of Annie Mae" è già denso di notizie e, come sempre rispetto a cinema e dintorni, è raccomandabile la visione. Che peraltro è piuttosto difficile, infatti il documento è visibile su Hulu, che richiede l'abbonamento e, per noi italiani, persino una VPN, dato che il portale non è visitabile dal nostro paese. Oppure pagando l'iscrizione a Disney+, che francamente, ha un'offerta piuttosto scialba. Un modo forse per non divulgare, così come lo è stato il motivo della morte di Annie Mae, un segreto durato trent'anni.

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