Last Sentinel (2023)

 Niente da fare, il cinema non è mai stato tanto pessimista e la tetraggine di Blade Runner ammanta molti dei film venuti dopo, e che usciranno ancora. Come questo racconto.
In "Last Sentinel", in un futuro distopico, ambientato nel 2063, le terre sono sprofondate e sono rimasti due soli continenti. Uno di loro ha approntato una piattaforma a metà tra i due, contenente un'arma termonucleare capace, se innescata, di distruggere le terre rimaste con uno tsunami. La base quindi dev'essere pronta all'apocalisse qualora i nemici appaiano, o gli "amici" debbano soccombere. Anche perché, nessuno dei due popoli ha mai visto l'altro. Malgrado entrambi siano fatti di donne e uomini, e bambini, e animali, che mangiano e cagano, come dice il sergente Hendrichs,  Thomas Kretschmann, in una scena.
Più drammatico, thriller e fantascientifico, il film ha anche una vena horror. I quattro militari nella base infatti sono lì per soldi, o demerito, o anche peggio, nel caso dell'unica donna, una delicatissima Kate Bosworth, nei panni della caporala Cassidy. E la nave fantasma ha un che di soprannaturale, non fosse altro che è come se portasse gli spettri silenti del suo equipaggio.
A ben vedere le recensioni  di "Last Sentinel" non sono esaltanti, lo definiscono principalmente noioso, ma pur se il film nelle sue due ore è quasi logorante, così rende bene la solitudine col rischio di alienazione completa dei militari. Nemmeno io ne scriverei entusiasta, se non fosse che il film fa propria l'idea di un disastro climatico alle porte, e del temibile pericolo di dar fine persino a quel che rimanga dell'umanità. In questo rischia di essere profetico, ma persino speranzoso. L'amore che infatti coinvolge i due protagonisti, Cassidy e il soldato Sullivan, Lucien Laviscount, sembra innalzarsi per poi sprofondare quando l'uomo scopre la verità su di lei. Eppure, il finale li vede allearsi e amarsi di nuovo, quali partigiani a difesa del mondo (rimasto), e quindi di cani, gatti e rondini, che danno un tocco di lirismo al film. Mi spiace fare un po' di spoiler ma il finale è essenziale all'economia e soprattutto alla morale di "Last Sntinel".
Per essere al suo primo lungometraggio l'estone Tanel Toom sembra capirne di cinema. La produzione è un bel mix tra Estonia, Germania (non a caso) e Gran Bretagna. La fotografia infatti è straziante e il mare sperduto intorno alla torre è angosciante. Che poi si tratta di una delle costruzioni rimaste del Redsand Fort, nel Mare del Nord, edificato nella seconda guerra mondiale a difesa del Tamigi. Una location quindi emblematica, oltre che, come spesso accade, molto futuristica, pur essendo "vintage".
Il film è in qualche modo pacifista e sembra risentire del clima della guerra in Ucraina. Non per nulla, anche se potrà essere stata più una misura di sicurezza, i proiettili per caricare l'obice quando si avvicina la nave misteriosa, sono in realtà senza esplosivo: sono solo contenitori vuoti, incapaci di sparare...

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