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Visualizzazione dei post da aprile, 2022

The Artist (2011)

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"The Artist", come dice il suo regista, è una lettera d'amore al cinema. Quello classico e inimitabile, di Hitchcock, Lang, Ford, Lubitsch, Murnau e wilder. La miscela di dramma e commedia, un bianco e nero straziante, una colonna sonora incessante, che riecheggia i pianoforti o orchestre in buca usati per sopperire al silenzio del muto, e la stessa scelta di evitare il parlato lo rendono magistrale. Non a caso premiato, acclamato dalla critica e dal pubblico. Dujardin e Bejo recitano impeccabilmente e infatti lui, grazie a questo lavoro, è stato il primo francese a vincere un Oscar, mentre la protagonista è anche la moglie del regista.  Il cinema è movimento, di immagini, per cui il resto è solo accessorio, e i film (fatti bene) "muovono" i sentimenti. "The artist" lo mostra agilmente, nostalgicamente evitando gli zoom e usando pochi fotogrammi al secondo, così come l'effetto iride (il cerchio nero che si apre e si chiude) per le transizioni di sc

Vampires, di Carpenter

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I primi due film della saga, del 1998 e del 2002, hanno l'impronta inconfondibile di Carpenter. Di "Vampires" è regista e compositore della colonna sonora, mentre del secondo, "Vampires: Los Muertos" è stato produttore. Il terzo film, senza di lui, è di una noia letale. Certo di critiche i due film sotto l'egida di Carpenter se ne sono attirate, ma non si comprende perché allora "Dal tramonto all'alba", di poco successivo, che copia l'ambientazione western-horror, sia idolatrato come un cult, mentre è banale, se non per il fatto di mostrare il vero volto di quentin tarantino: un reale, pericoloso psicopatico. "Vampires" non indulge al fascino dei vampiri, e critica il Vaticano, che da film del genere sembra aver trovato giovamento, tanto che Carpenter accusa la Chiesa addirittura di finanziare le sanguisughe. Tale componente, forse non a caso, scompare nel secondo episodio. La regia di Carpenter, in un ritorno alle origini, cioè l