San Siro mia

La foto dell'Ippodromo del Trotto demolito mi sconcerta. Un altro pezzo di storia che se ne va, stavolta in silenzio, omertoso, di tutti, politici, giornalisti, cittadini. Un "De Profundis" della cittadinanza, del senso di esistere. Da quando non vivo più a San Siro e il quartiere è stato snaturato, mi sono sempre più reso conto di come amassi quei luoghi.
Al Trotto ci andavo con amici, osservavo così un mondo arcaico, spossato, inutile, dove broker e scommettitori inscenavano una decadenza spettacolare. Non per nulla tutto questo mi è servito a capire di più quell'alcolizzato di Bukowski e il pianeta dei disperati delle corse.
I ricordi si rincorrono, noi che ci improvvisiamo scommettitori e scegliamo i cavalli su cui puntare. E perdiamo. "Mimmo era meglio prenderci un gelato dal lattaio!".
Il mio amico disabile, che accompagnandolo dal Don Gnocchi mi permetteva di vedere le corse da bordo pista, appena dopo il traguardo. E sempre a dirmi di farmi i cazzi miei, che lì era pieno di mafiosi. E infatti, una notte con un camion sfondano un sacco di saracinesche delle vetrine del Trotter. I mafiosi sanno scrivere solo così, stuprando la qualsiasi. 
I mondiali del '90, le scritte a spray fatte da compagni, calcio oppio dei popoli, gli operai morti nei cantieri degli stadi. 
Gli artieri che puzzavano, ma più di alcool e combine, eppure erano come i domatori di quel circo. I racconti delle stalle erano scene da film, peggio ancora quando si accusavano. "Lo so cosa sei andato a fare a Settimo, hai lasciato il cavallo con un serpente, per questo avete vinto!"
Le brioche al bar che sapevano di stallatico e allora io facevo colazione coi gelati confezionati. Una mattina un artiere si incacchia e mi fa:  "Ma perché cacchio mangi i gelati?! Siamo a dicembre!". Forse si aspettava che ammettessi che snobbavo le brioche per colpa loro, ma fui salomonico. "Devo fare colazione con birre e liquori come voi?".
I fantini erano guardinghi, umili. I veterinari sembravano dei pusher. Ma gli artieri erano così umani. Io lavoravo in edicola. "Dammi la bibbia, ragazzo". "Ma guardi che noi non ne vendiamo di Bibbie.." "Ciula, dammi il Trotto Sportsman!". Ma a furia di conoscerli molti si confidavano, con me. Quello che era malato e gli dissi di andare a rompere i marroni ai servizi sociali. E lo fece, com'era felice di essere aiutato! Quello che raccontava della valigetta di soldi che arrivava ogni mese dall'America, gli stipendi della mafia. Un altro che era abbattuto perché dopo l'operazione alla prostata non eiaculava più... Forse è stato proprio grazie a loro che mi sono deciso a fare l'assistente sociale, chissà...
Poi la fine della caduta, la morte dell'impianto.
Cosa faranno dell'area? Non lo voglio neanche sapere, me lo immagino, che sarà qualcosa di vomitevole, ingiusto, privato, redditizio.
La storia è fatta così, da puttane senza cuore, che in pochi giorni ti distruggono un pezzo di vita.


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