qui non sanno fare horror

Per qui, intendo naturalmente l'Italia. Non sono l'unico ad essere convinto di questo, purtroppo, e credo che un motivo ci sia. Non so se si tratti delle trame, della fotografia o degli attori, magari di questi elementi sommati tutti insieme ed altri ancora, comunque scadenti mentre solo un aspetto sembrerebbe salvarsi: la musica, come per esempio il celebre motivo dei Goblin usato per "Profondo Rosso". Proprio Dario Argento non ho mai capito come volesse spaventare. Per me, non c'è mai riuscito e l'unico horror italiano che mi ha inquietato davvero è "La casa dalle finestre che ridono". Poi però Pupi Avati ha virato verso rotte intellettualoidi e ha perso quella capacità genuinamente primitiva - anche se ultimamente sembra essere tornato sui suoi passi e sarei davvero curioso di vedere "Il signor Diavolo".
Gli horror italiani usano pessimi attori, che recitano come dei dilettanti. A volte sono così pietosi che vengono doppiati(!). Chi li dirige sembra deliziarsi di uno stile frettoloso, poco attento e direi incurante del pubblico. Le trame sono prevedibili e non hanno un briciolo di genialità, anzi, tutto il contrario.
Forse generalizzo troppo, ma mi è capitato più di una volta di iniziare a vedere dei film, senza avvedermi che si trattasse di coproduzioni e quando, annoiato, ho smesso, mi sono poi accorto essere dei film con partecipazioni italiane, se non completamente a marchio del nostro paese. Argento, Bava, Cozzi, Deodato, Fulci, Lenzi, Margheriti ma anche i più recenti come D'Antona non mi convincono. Avranno i loro estimatori, ma non la mia stima.
Mi domando se non sappiamo spaventare nella finzione perché, sotto sotto, il nostro paese conosce il vero terrore sin dal tempo dei Romani  - fino ai giorni nostri, non ti viene paura ogni volta che c'è un nuovo governo, una manovra, una 'novità' politica a danno nostro? A me sì!

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