The Cured

Nel genere horror che si ridesta non morto ma con la linfa del dramma, "The Cured" è un'altra piccola perla. Qui gli zombie sviluppano una psicosi dovuta a un virus, chiamato "Labirinto", come a indicare che non si discerne più il bene dal male e quindi si è pronti a uccidere, chiunque. Lo stesso sconcerto fratricida pervade l'opinione pubblica, perché viene trovata una cura ma i sani non vogliono più tra loro i Risanati, mentre le autorità non sono disposte ad attendere che gli Infetti che resistono al vaccino possano guarire a loro volta.
Un affresco sociale inquietante, dove non solo chi comanda gestisce la popolazione come un gregge, ma anche chi si affaccia alla politica come il "giusto" (Conor) è in realtà mosso da senso di rivalsa e, soprattutto, sete di potere, tanto da travisare e mistificare col controllo il sentimento più grande, cioè amare. Che invece resiste negli altri protagonisti del film, Senan, sua cognata Abbey, il figlio di lei Cillan e i medici che hanno trovato la cura.
Sam Keeyle ed Ellen Page sono magistrali, ma alla fine lo sono tutti gli attori del film, sotto la guida di David Freyne (che per la Rete resta, in modo sospetto, ancora uno sconosciuto) e non a caso una simile narrazione si svolge in Irlanda, terra che ha conosciuto drammaticamente la divisione in due fazioni distinte. Con una simile memoria storica, il film suona come un grido d'allarme sull'Europa, ma non solo, divisa tra chi è sottomesso e chi invece dirige l'Unione stessa, tra chi sarebbe sano e chi no, ma alla fine, guarendo, potrebbe essere riammesso. Tra chi vive qui e chi arriva, chi è povero e chi no, chi ha il potere e chi lo vorrebbe, come chi governa ora in Italia, dopo aver promesso una giustizia, immancabilmente tradita. Dove si polverizza ogni dicotomia manichea perché il Bene non risiede da una sola parte e non potrà mai, mai essere appannaggio di un solo gruppo a scapito di un altro, pretesa di regimi totalitari come il nazismo.
Pur debitore per l'idea di Infetti e Risanati a "In the Flesh", produzione televisiva della BBC, "The Cured" la trasfigura in una visione profonda, che lascia inquieti, come lo stesso finale, volutamente aperto, dove rimane solo da domandarsi che ne sarà di noi, se ce la faremo e se si salverà chi amiamo...

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