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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

filofobia

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La parola, scritta anche philofobia, non viene riportata sui dizionari. Eppure la psicologia e la rete, vera appassionata all'argomento, ne parlano ampiamente. La paura di amare è schiava del ricordo, per cui si teme che si ripetano sofferenze passate, soprattutto separarsi. Quindi, meglio non amare che soffrire. Il pericolo però è di crearsi, ancora una volta, profezie che si autoavverano. Tanto che se magari si scommette ancora su una storia, inconsapevolmente la si cerca impossibile, destinata a finire già per come è stata scelta. Ma quanto può servire rimanere schiacciati dalle proprie paure?  Il video a fianco è la fonte di queste frasi. Quanto a me, forse vivo più del contrario e il blog in qualche modo lo prova. Ma la parola filofilia, oltre a sembrare più uno scioglilingua, non esiste. Se potessi, ti direi che va bene. Fermati, non andare oltre. Hai ragione a non voler cadere, ci si fa male. Però... Però non seppellire il sogno. Aspetta un po', prima, se pu

fonda notte

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Mi sono ritagliato la notte così tanto da finire a lavorarci. O a viverla spesso, tanto, troppo. Eppure quel tratto di mare buio offre un'ottima situazione di ancoraggio. Come se godessi delle vibrazioni pacifiche dei quasi tutti che dormono. Semafori inutilmente verdi, finestre chiuse al gelo e agli spiriti. Un privilegio, a osservare vuoto silenzioso, merce rara a Milano. Come questa fotografia che se non è, come sempre, eccezionale, mostra un'inaudita bonaccia. Ammetto che si trattava della notte dell'ultimo stragista lunedì. Ma si ripetono simili occasioni, anche se queste sono le ultime notti d'inverno e presto, complice il clima, si scatenerà l'orgia dell'illusionismo da divertimento. Pazienza, so sempre ritagliarmi una fonda dove ancorare e anch'io traggo piacere dal tepore. Magari con la chitarra, oppure col percepire tutta la voglia di amarsi che tocca chi riconosce le labbra di carne e i capelli di grano . Però anche stanotte, con questo ve