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Visualizzazione dei post da ottobre, 2012

Un fuoco piccino

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Ho fatto un fuoco piccino stanotte. Volevo bruciarci dentro le paure, la tristezza, i momenti disperati.  Il fuoco trasforma, purifica, sprigiona energia vitale: quando si spegne finisce la vita, resta solo il gelo della morte. Fiamma che fende il buio, che costituisce il sole, che fertilizza, di fronte all'avanzare dell'inverno che fredda le piante. Il fuoco si vuole maschio e distruggerebbe, se non ci fosse l'acqua, femminile, a contenerlo. Un milione di anni che abbiamo questa meraviglia naturale, elemento semplice quanto potente. Ho fatto fatica ad accenderlo, non lo avevo preparato con cura. Poi però ha preso bene e alla fine, per smorzare la brace ho usato l'acqua. Vorrei che qualcosa di velenoso ci fosse davvero arso dentro. Vorrei non tornare al mio umor nero. Energia ne ho sentita. Vorrei averci bruciato tutto il male che ho percepito e compiuto. Però il fuoco ha più senso in compagnia. E io, un giorno, vorrei fare un fuoco non solitario...

Per mini che tu sia...

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Finalmente ho una nuova casetta! E' un minilocale ma c'è tutto.  Avevo dimenticato certi piaceri: chiudere la porta e lasciare un bel pezzo di mondo fuori, cucinare, snobbare il banco surgelati al super, fare il caffè con la moka, deliziarmi del maternage di un letto vero, fare il bucato senza gettoni né patemi, avere un posto sicuro per la mia roba, poter piangere senza aver paura di essere sorpreso, appendere le camicie, e così via... In più, la sicurezza di rimanerci per parecchio, il che non è poco, di 'sti tempi in cui le certezze spariscono come le rondini in autunno.  All'inizio non me ne rendevo conto. Non ero più abituato a vivere solo soletto, per un po' mi sono sentito come un estraneo in casa d'altri. Ecco il solito limite di non saper esser contento. Per la felicità invece occorre altro, ma dai, non è il caso di esagerare: ho quello che conta...