Jeepers Creepers (Saga)
Di recente più di un sito, all'avvicinarsi dell'equinozio di primavera, ha ricordato che il personaggio di Jeepers Creepers sia vagamente ispirato alla figura di Dennis DePue, che è stato un vero killer, uxoricida e morto suicida quando ormai la polizia lo aveva in pugno.
In effetti, a rivedere l'esordio del primo episodio, è inquietante pensare che le scene siano ricalcate su quelle di un evento vero. Che sia questo o meno il motivo, nel rivedere la saga mi sono ricreduto sui film, che pure, ingenuamente, ho guardato più volte, incantato e atterrito. A parte l'ultimo, hanno una tensione incredibile e certo il mostro Jeepers Creepers è qualcosa di unico.
In rete ci si spertica ad attribuirgli un'origine precipua: dio Maya, pipistrello, rettile, alligatore, mostro della laguna... Ma ogni definizione non è completa e infatti, sempre a parte l'ultimo noioso episodio, il mostro è qualcosa di speciale. Riesce a fiutare la paura ed ha una sorta di invincibilità. Riappare ogni 23 primavere per 23 giorni per nutrirsi di umani.
Interpretato magistralmente da Jonathan Breck nei tre veri atti della serie, a ogni puntata il mostro sembra diventare sempre più forte e abile, come se cibandosi delle persone, con cui rimpiazza le proprie membra, ne assimili anche le cacapcità. Tranne appunto il quarto, quel "Reborn" girato senza pagare i diritti ai detentori e una vera ciofeca, che è in tribunale e alla fine della causa potrebbe uscire il quinto film. Ma gli altri tre episodi, con l'incredibile Gina Louise Phillips nel primo, hanno un timbro speciale, quello del regista Victor Salva, le cui vicende reali, da criminale pedofilo, sono davvero atroci. E forse è proprio questa la cifra che rende saga e mostro impareggiabili. È come se un serial killer dirigesse un film di vampiri. Divinamente.
L'horror porta in dote la rassicurazione della finzione, ma quando si lascia uccidere da quell'incubo che è la realtà, diventa inquietante. Jeepers Creepers ama la carne fresca e soprattutto quella di chi ha paura di lui, le sue vittime sono inermi, proprio come i piccoli con gli orchi o come un uxoricida che elimina la moglie, madre dei suoi figli.
Ma rimanendo in un ambito fittizio, il racconto è avvincente e il personaggio unico. Per cui la saga, almeno per i primi tre episodi, è spettacolo puro.
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