come fa luce presto
Come fa luce presto, quando arriva la primavera. Un massacro di albe sempre più precoci. Lo apprezzavo solo quando lavoravo in dormitorio, perché diventava più facile tirare le ultime ore e, loro malgrado, vedere gli ospiti alzarsi, ma con meno cruccio, visto che non faceva più così tanto freddo.
Ma nella mia insonnia ormai inguaribile, vedere la luce arrivare sempre più in anticipo è come il segno di una sconfitta, lo squillare di un'altra notte passata in bianco e dover anche combattere per dormire, perché il buio è un fido alleato del sonno.
Luce che rischiara una Milano opaca di aria sporca, immersa in una foschia colpevole, l'orzata di cui cantava De André e a me, quella bevanda non è mai piaciuta.

Per la gioia dei batpirla che si specchiano in una Gotham City inventata di sana pianta, dove nonostante tutto le case continuano a costare troppo, troppo per una vita umana, mentre non si termina di costruire, mai, mai e magari si toglie solo un po' di amianto ogni tanto, di nascosto, come nella centrale dell'acquedotto di Piazzale Maciachini negli ultimi mesi.
Luce che non illumina, sole che fatica a farsi riconoscere nella cappa di aria malata...
Non sarà buddhista discriminare la luce, ma questa non lo sembra affatto. E neanche lamentarsi, o far valere le proprie opinioni. Ma sono sicuro di aver letto da qualche parte, anche se ora non la trovo citata, una frase di Buddha che dice che la morte, per quanto dolorosa, non potrà mai esserlo come la vita.
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