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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

un mare di mare

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Finalmente sono stato al mare. Dopo 7 anni: eh sì, l'ultima volta era stata quella della foto in copertina su "Scacchiatore". Sono partito con come un'idea di morte, ma probabilmente era lo stress. Già. Il "nostro" Adriatico non è granché, ma il fondale basso e sabbioso mi ha aiutato a vincere vecchie paure. Quando ero piccolo, in colonia con le suore, stavo prendendo confidenza con l'acqua, bagnando il piedino, come a tentare di capire quello che sarebbe potuto diventare un grande amico. Un vecchiaccio però, vedendomi titubante, pensò bene di incoraggiarmi gettandomi in acqua, fino a tenermi la testa sotto. Quell'isterico di merda poté farlo perché noi "orfani" eravamo meno bambini degli altri, e poi la suora era brutta addormentata sulla sdraio. Da allora il mare per me è stato pura angoscia. Invece ora, dopo più di quarant'anni, ho imparato a stare a galla, a trattenere il fiato e soprattutto a nuotare, in qualche modo, a non a

e poi

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e poi arriva un momento in cui sento tutto addosso il peso del tempo. Del dolore. Del mondo in putrefazione coi capi che lo depredano e lo lasciano distruggersi. Oh sì sono depresso. Uso troppo internet. E poi? E poi... poi che importa.  Ne ho vista di gente sparire e certo, come non soffrirne? Non mi consola che ci sia un miliardo di persone che sta male. Anzi, bisognerebbe piantarla di sentirsi meglio per il dolore altrui. Quella è merdosa schadenfraude. Io non sto meglio se penso che c'è un sacco di disperazione in giro. Non avrei lavorato nel sociale altrimenti, anzi, come quando "facevo" qualcosa di politico, quando ho aperto "Scacchiatore" proprio perché non ne potevo più di non gridare che non ci stavo, ho cercato di fare qualcosa, il mio, un piccolo pezzo di lotta. E poi però... "Finisci la frase". Perché? Non c'è molto da dire. Non c'è proprio da parlare. Lasciami andare al mare. Poi però torno, e me ne devono fare mangiare di m