Un cuore che lotta

Ieri sono uscito da un incubo. Un medico mi ha sciolto una diagnosi infausta e definito "coglione" il suo collega che mi aveva fatto sprofondare nell'angoscia di credermi malato, con poco tempo, in una parola... finito. Il mio cuore ha ancora da correre, da lottare, da far vivere questo mio io strano come una sedia parcheggiata in mezzo alle macchine.
Ieri è stata una vera maratona, perché prima dell'esame avevo dormito solo un'ora e se anche era abbastanza inevitabile, questo non fa che corroborare quella che era un'impressione a pelle: cuore forte rompe cattiva sorte, come ho scritto nella testata del "negozio ufficiale". Ieri sono andato a trovare un amico e l'ho aiutato sotto la pioggia, ma ero felice. Qualcuno mi ha rovinato l'estate dicendomi che non ero forte. Per fortuna, qualcun altro mi fa affrontare questo inverno quasi con gioia, perché mi ha rivelato che in realtà "tengo botta". Ieri rientrando ho trovato un arcobaleno e mi sapeva tanto di futuro, di luce nella pioggia, di una strada colorata che sale e tanto basta. Volevo mettere qui una foto dell'iride sopra casa ma non era facile porre in rilievo quell'arco dal gusto di speranza... E così ripiego su quel buffo segnaposto stradale.
Ogni tanto, qualche buona notizia sul foglio nero elettrico. Anzi, capita di rado ma a volte la serranda chiusa riceve più visite del blog più conosciuto. Ci tenevo a scriverlo, così, tanto per difendere una delle cose che faccio.

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