L'inconscio è cinema
Il cinema ha a che fare con i sogni, forse il primo è nato volendo replicare da svegli i secondi, che sono piccoli film spesso surreali, a volte invece dalla trama semplice.

Ci sono registi che hanno girato veri e propri sogni su pellicola: Fellini, Tarkovskij, Lynch... La loro visionarietà è magica e, se li si apprezza, non ci si può che immergere nel flusso dei loro racconti sognanti, a volte senza nemmeno capire, consciamente, il senso del film.
Il cinema quindi può mettere in gioco e curare. Il problema sta nell'industria che deve camparci sopra: emblematico è l'esempio de "La grande guerra", dove il finale voluto da Risi (Sordi e Gassman non fanno gli eroi, rivelano il punto del ponte di barche e fanno massacrare i loro commilitoni) fu cambiato dalla produzione per venire incontro alla libido del pubblico. Risi era uno psichiatra, ma preferì lavorare con il cinema. Non a caso, direi.
Credo però che alcuni film, girati veramente male pur avendo ben altre ambizioni, siano invece un insulto e una tortura per il pubblico da parte di registi come Nanni Moretti, che nei film castra l'immedesimazione per vomitare il suo ego paranoide, fino a sputtanarsi quando in "Caos calmo" ne approfitta per spupazzarsi Isabella Ferrari. Ma per fortuna, i tromboni come Moretti sono una minoranza...